Il rumore del silenzio in Anne-Cécile Breuer
“I profumi, i colori e i suoni si rispondono”.
C. Baudelaire
Alcune opere portano dentro di se l’essenza e il profumo dei luoghi ritratti.
Sono nature morte, sono donne nelle loro movenze, sono piccole istantanee di sensazioni raccolte, sono l’impronta inconfondondibile di Anne-Cécile Breuer. L’artista italiana di origine belga lavora da anni in ambito artistico, dedicandosi anche all’illustrazione per l’editoria (.E/O all’Insegnamento del disegni di figura umana)
Si laurea all’Accademia Albertina di Torino e sperimenta diverse tecniche che hanno sempre come filo conduttore la poetica sottesa*, la relazione continua tra natura e universo. *(a Cosa?)
Spirito contemplativo e intimista, inizialmente predilige soggetti che raffigurano paesaggi quasi bucolici, scorci di natura sospesi in una densità fluida, come immagini veloci che scivolano davanti agli occhi.
Ai primi acquerelli che non a caso definiscisce “poesie liquide”, l’artista integra una simbologia globalmente riconosciuta: l’albero come messaggero di vita in tramite diretto tra la terra e il cielo, diventa il focus di molte opere pittoriche.
Le linee così libere, preannunciano la passione per lo studio della pittura antica tradizionale cinese, che sarà parte integrante della sua creazione. Lo studio del segno, della gestualità e del respiro che lo accompagnano, s’inverano in un percorso che non lascia spazio all’esitazione. L’uso della china sostituisce il colore e diventa traccia, pura entità formale come nell’idioma calligrafico.
Le chine su carta di riso e bambù ricordano gli haiku giapponesi, sia per il linguaggio minimale e sensoriale, sia per la lirica enunciata nei tratti incisivi.
Il bisogno di armonia col tutto si rivela adesso, nel periodo professionamente più maturo, negli archetipi figurativi che l’artista ritrae in forma più intima che carnale. Espressi nelle figure femminili, emergono come fantasmi volti e corpi protetti dagli sguardi e dalla mercificazione mediale. Le donne di Anne-Cécile Breuer sono icona di un sentimento, di un pensiero e di una bellezza che trasale dalla fisicità mercenaria e convenzionale.
Sono sguardi su una porzione di mondo intima e contemplativa* alla quale possiamo attingere solo in punta di piedi, col fiato sospeso, cercando di cogliere nei brevi sussurri l’afflato delle anime che in essi vi abitano.
*Introspettiva, all’inquieta ricerca di se stesse, malinconiche e fragili, con un grande desiderio di ritrovare se stesse.